La Torre del Mangia, è uno dei luoghi simbolo della città di Siena, conosciuta in tutto il mondo. Si trova in Piazza del Campo ed è la torre civica del Palazzo Comunale. Arriva a 88 metri di altezza agli ultimi merli, classificandosi al quattordicesimo posto tra le torri antiche per altezza. Secondo Ranuccio Bianchi Bandinelli, pur partendo da un livello del terreno più basso, raggiunge la stessa altezza del campanile del Duomo. Questo a simboleggiare l’equilibrio tra il potere religioso e politico, senza che nessuno prevalga.
Ma sapete il perché del suo nome?
Il “Mangia” umano e meccanico
Bisogna tornare all’anno 1347, quando, sulla torre appena edificata fu sistemata la “campana grossa”. Per battere le ore, venne assunto Giovanni di Duccio (o di Balduccio). Questo tale, si narra che fosse uno spendaccione di prima categoria e per questo motivo soprannominato “Mangiaguadagni” o più brevemente “Mangia”.
Nel 1360 sulla Torre venne installato il primo orologio meccanico e dal 1400, fu un automa a battere le ore. L’automa, munito di martello, inizialmente in legno, si muoveva e percuoteva la campana. Naturalmente l’orologio meccanico e l’automa, non costarono poco alla città e oltre tutto richiesero costosi interventi di manutenzione. Così i senesi, non ci misero molto a trasferire il soprannome del vecchio campanaro all’automa e da quel momento per tutti la famosa torre che svetta sul Palazzo Comunale è diventata la Torre del Mangia.
Anche dopo il 1780, anno in cui anche l’ultimo automa è stato tolto dalla cima della torre, il nome non è cambiato. E l’automa che fine ha fatto?
La fine dell’automa
Dopo la rimozione dalla torre fu dimenticato nei magazzini comunali. Poi il Governatore Giulio Ranuccio Bianchi Bandinelli, lo fece portare nella sua villa di Pagliaia per ornarne il vicino laghetto. Lì restò per circa un secolo, quando il pronipote, Ranuccio Bianchi Bandinelli, archeologo e studioso di storia dell’arte, la notò vicino al lago ormai prosciugato.
L’automa era in pessime condizioni, ma lo fece restaurare e lo donò alla città.
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