Forse non tutti sanno che il presepe di Arnolfo di Cambio, architetto, scultore e urbanista colligiano, è quello più antico nella storia dell’arte. Realizzato nel 1291, è conservato a Roma nella Cappella Sistina della Basilica papale di Santa Maria Maggiore.
La realizzazione, commissionata da papa Niccolò IV, era destinata a decorare il preesistente oratorio dedicato alla Natività del Cristo nella navata destra della chiesa. In questo luogo era già custodita la reliquia della mangiatoia in cui era nato Gesù.
Il presepe di San Francesco
L’invenzione della rappresentazione della nascita di Gesù, secondo la tradizione, in realtà viene attribuita a San Francesco d’Assisi. Il fraticello che la realizzò nel 1223, settanta anni prima di Arnolfo.
Si narra infatti che il santo dei poveri nella notte di Natale del 1223 abbia riunito a Greccio, nel Reatino, i suoi frati e tutta la gente del posto intorno a una grotta. Qui aveva fatto sistemare una mangiatoia, un bue e un asino. Fu allora che nacque il primo presepe al mondo, una tradizione che ancora oggi nel borgo laziale viene rievocata nel periodo natalizio.
Il calco del presepe di Arnolfo
Dal 2017, anno dell’inaugurazione della struttura, il Conservatorio di San Pietro di Colle Val d’Elsa custodisce però un calco del presepe di Arnolfo, disponibile alla visione di tutti i visitatori. Questo è stato reso possibile dal restauro effettuato nel 2005 sulle statue in marmo dell’antico presepe. Per l’occasione fu smurato dal piccolo ambiente sotterraneo dove era stato messo nel 1590 da Domenico Fontana nel corso della realizzazione della Cappella Sistina e posto provvisoriamente nel Museo della Basilica Liberiana.
Il restauro, oltre allo studio tecnico, storico e artistico, si deve a Sante Guido e Giuseppe Mantella, grazie ai quali oggi Colle possiede una copia del presepe realizzato da uno dei suoi figli più illustri ed è finalmente in grado di esporlo.
Com’era il presepe di Arnolfo di Cambio?
Il presepe di Arnolfo di Cambio unisce in realtà due episodi distinti della tradizione cattolica cristiana. Oltre alla Natività, sono infatti rappresentati i tre Re Magi che adorano il Bambin Gesù insieme a San Giuseppe. Sulla statua di Maria, l’unica seduta e scolpita a tutto tondo, è stato detto che sia una copia. Questa fu realizzata dopo che l’originale, in cui la Madonna sarebbe stata distesa come una puerpera, era andato perduto.
Sante Guido però non è affatto d’accordo con questa teoria. Sostiene infatti che l’originale sia stato rilavorato nel tardo 500 sul fronte, mentre sul retro sono evidenti i panneggi in stile duecentesco. Il bambino Gesù inoltre non ha quasi più il naso, forse ridotto nell’intervento. La Madonna ha infine i piedi abbozzati (uno quasi mancante) mentre Arnolfo usava farli grandi e della stessa dimensione. Sante Guido tra l’altro esclude che Maria apparisse distesa davanti ai Re Magi, una posizione che sarebbe risultata poco dignitosa.
Nella Cappella Sistina
Dal Natale del Duemila, il presepe di Arnolfo di Cambio, legato alla mangiatoia in legno dove nacque Gesù, è stato riproposto come oggetto di culto. Si trova nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore, detta anche Sancta Maria ad Presepe, la stessa chiesa dove si veniva celebrata originariamente la messa di mezzanotte.
Grazie al cardinale Stanislav Ritko, arciprete della Basilica, terminati i lavori di restauro, il presepe di Arnolfo è tornato nella Cappella Sistina (detta anche del SS. Sacramento o della Natività). Qui è visibile tutto l’anno senza dover pagare alcun biglietto.
Nella Cappella Sistina, sull’antico altare nell’Oratorio del Presepe, Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, celebrò una messa nella notte di Natale del 1538. Qualche anno fa papa Francesco, il gesuita che ha scelto di vivere come San Francesco, ha ripetuto la tradizione dicendo una messa in forma privata nello stesso luogo per l’Immacolata Concezione. Nell’occasione ha voluto ricordare anche il Santo di Assisi proprio in qualità di fondatore del culto del Presepe.