La facciata del Duomo di Siena, divisa in due metà, quella inferiore e quella superiore, è realizzata tutta in marmo bianco con qualche decorazione in rosso di Siena e serpentino di Prato. Le due metà sono riferibili a due distinte fasi costruttive. Riccamente decorata, prevalentemente con sculture, l’intera facciata nasconde una serie di irregolarità e asimmetrie dovute ai lunghi tempi occorsi per la realizzazione a cui furono chiamati a contribuire progettisti diversi.
La metà inferiore, realizzata da Giovanni Pisano, è riferibile a uno stile romanico-gotico di transizione. Il suo lavoro risale al periodo tra il 1284 e il 1297, quando Pisano si allontanò improvvisamente da Siena a causa, probabilmente, delle critiche mossegli dal Comune per gli sprechi e la disorganizzazione che sembra lo caratterizzassero.
Pisano curò anche la parte scultorea e arricchì la facciata di un ciclo di statue gotiche. Quelle a figura umana sono quattordici, di cui otto posizionate sul davanti, tre sul lato sinistro e altrettante su quello destro. I soggetti sono Profeti, Patriarchi, Filosofi pagani e Profetesse e rappresentano un unicum nella scultura gotica italiana legato ad un programma iconografico preciso in cui ogni figura annuncia la Venuta di Cristo.
Tutte le statue sono copie i cui originali sono conservati al Museo dell’Opera del Duomo.
Le storie della Madonna
Un’eccezione a questo ciclo di statue che annuncia la venuta di Cristo è l’architrave con Storie della Madonna collocata tra il portale centrale e la lunetta, attribuito a Tino di Camaino. Questo risale al primo o secondo decennio del XIV secolo e comprende i busti dei beati senesi Giovanni Colombini, Ambrogio Sansedoni e Andrea Gallerani, scolpiti nei timpani delle ghimberghe da Tommaso Redi (anni trenta del XVII secolo).
Allo stesso secolo risale anche il trigramma bronzeo del nome di Cristo, sulla lunetta del portale centrale. La porta bronzea del portale centrale, con la Glorificazione di Maria, è infine di Enrico Manfrini (1958).
Sul sagrato si trovano invece tarsie marmoree analoghe a quelle del famoso pavimento all’interno. Quelle che si possono ammirare oggi sono copie degli originali del 1450 di Nastagio di Gaspare, raffiguranti le Cerimonie dell’Ordinazione. Sul sagrato spicca una colonna sovrastata da una scultura dedicata alla Lupa senese.
La parte superiore della facciata
La parte superiore della facciata è opera di Camaino di Crescentino (padre del più famoso Tino di Camaino), che ci lavorò tra il 1299 e il 1317. Un tempo la paternità del progetto era attribuita a Giovanni di Cecco. Questi, secondo un documento che parlava di lavori “alla Facciata in piazza del Duomo, logia del vescovo”, vi avrebbe lavorato dopo il 1376. In realtà anziché alla facciata del duomo erano riferiti a quella del Palazzo Vescovile, anch’essa sulla stessa piazza e anch’essa dimora del vescovo. L’attribuzione è stata determinata con maggiore sicurezza in seguito al ritrovamento di un documento del 1310 che incita alla realizzazione di un mosaico per la cuspide centrale oltre a tre cronache trecentesche precedentemente ignorate, che datano al 1317 il completamento della facciata.
La tricuspidale
Camaino di Crescentino dette alla facciata l’odierno aspetto tricuspidale. Un bellissimo oculo si apre al centro, incorniciato da nicchie gotiche con i busti di Apostoli e Profeti che rendono omaggio alla Madonna col Bambino. La struttura è incorniciata ai lati da due pilastri che terminano in pinnacoli e quindi in sottilissime guglie, accentuando lo slancio verso l’alto dell’edificio. Lateralmente ci sono due ordini di loggette, mentre il complesso è sormontato da tre cuspidi dorate. I tre mosaici dorati, con da sinistra a destra la Presentazione di Maria al Tempio, l’Incoronazione della Vergine e La Natività di Gesù, furono eseguiti a Venezia nel 1878, su disegno di Alessandro Franchi. Nell’oculo si trova invece una vetrata di Pastorino dei Pastorini (metà del XVI secolo), che raffigura l’Ultima Cena ed è visibile dall’interno.
Lo stile gotico fiorito
La facciata superiore è in stile gotico fiorito, come quella del Duomo di Orvieto. Intorno ai primi anni del Trecento, l’architetto senese Lorenzo Maitani iniziò i lavori alla cattedrale di Orvieto. La facciata di questo, appare visibilmente influenzata da quella superiore del Duomo senese. La facciata orvietana però, sembra la versione perfezionata della facciata senese. Infatti lo stile fiorito di Maitani è su tutta la facciata. Oggi non è chiaro quale delle due fece da modello all’altra. Ma i lavori di Camaino di Crescentino hanno anticipato di qualche anno quelli di Maitani, perciò forse è stata Siena a fare da modello ad Orvieto. Inoltre l’influenza di Siena è stata indubbiamente maggiore rispetto a quella di Orvieto, è quindi difficile che sia avvenuto il contrario.
In ogni caso a Siena rimane evidente un difetto architettonico, dal momento che nella metà inferiore i pilastri ai lati del rosone non coincidono con quelli ai lati del portale mediano.