Chi erano gli omiccioli e i fuggisoli? Erano strane creature che si potevano incontrare sotto i bottini di Siena.
Il mondo sotterraneo di 25 km di gallerie dei bottini è ancora oggi un mondo buio e misterioso. Si narra che all’epoca in cui si costruivano i bottini, in pieno Medioevo, i “guerchi”, cioè gli operai addetti allo scavo delle gallerie, ogni tanto fuggissero spaventati nei cunicoli, per aver visto strane creature che ci vivevano. Affermavano di aver avvistato due tipologie di creature: gli omiccioli e i fuggisoli.
Gli omiccioli
Erano degli omini simili a folletti, buoni di animo, non facevano dispetti agli uomini, si limitavano a ballare e a mettere allegria. I guerchi erano comunque molto spaventati da queste creature nonostante fossero innocue, per la loro stranezza e per la loro appartenenza al mondo sotterraneo.
I fuggisoli
Questi invece era molto dispettosi e apparivano come lampi di luce improvvisi e repentini, generando nei guerchi addirittura il terrore. La parola fuggisoli, indicherebbe proprio una luce forte come un sole, che compare e si spegne subito dopo, cioè fugge. Potrebbero essere state esalazioni di gas racchiuso nella terra, che una volta liberato produceva un lampo di luce fosforescente, come i fuochi fatui. Cose del genere avvistate da uomini senza conoscenza di questi fenomeni, sicuramente incutevano terrore e probabilmente il vino era un modo per esorcizzare la paura.
I maligni hanno sempre spiegato queste manifestazioni di creature leggendarie con il fatto che i guerchi erano pagati in vino. Non bisogna dimenticare però che queste persone vivevano la maggior parte del tempo nei cunicoli sotto la città. Il lavoro era duro e pericoloso e non furono pochi coloro che persero la vita durante i lavori. Spesso non fu neanche possibile rimuovere i cadaveri dopo incidenti dovuti a frane improvvise. Per questo non c’è da meravigliarsi se i guerchi avevano visioni, o allucinazioni dovute all’alcol e alla loro vita sotterranea. Anche il loro nomignolo, la dice lunga sulle loro condizioni di vita. Infatti li chiamavano guerchi, cioè guerci, perché andavano nei cunicoli all’alba, uscivano al tramonto, quindi vivevano sempre al buio e questo li rendeva quasi ciechi per lo sforzo che i loro occhi erano costretti ad affrontare.
La devozione
Per far fronte a condizioni di vita così dure, l’aiuto delle divinità era fondamentale per sopravvivere. In particolare la Madonna era particolarmente invocata. Restano ancora oggi molte tracce di questa devozione. Ci sono molte Madonnine di terracotta murate nelle pareti e molte croci, talvolta incise a picconate nella roccia, per richiedere la protezione divina anche sotto le viscere della terra.