Sulle pendici del Monte Amiata, tra Castel del Piano e Santa Fiora, c’è un prato detto “Della Contessa”, con una pianta secolare chiamata “Il faggio della Contessa”. Questo luogo ha visto la storia di un grande amore che dai tempi medievali si ricorda ancora nella leggenda.
Una storia d’amore
Gherarda degli Aldobrandeschi, contessa di Cana, fin da giovane amava vagare per la foresta sopra un cavallo bianco e andava spesso a riposarsi sotto un faggio che aveva intorno un piccolo prato. Fu lì che incontrò Adalberto, giovane feudatario di Chiusi e se ne innamorò. Quel faggio fu luogo d’incontro dei frequenti convegni amorosi.
Un triste giorno, il padre disse a Gherarda che sarebbe andata in sposa a Orsino, conte di Pitigliano. Vane furono le lacrime, inutili le preghiere e i lamenti della fanciulla, perché Gherarda dovette andare a Pitigliano, sposa di un uomo che non amava e non amò mai.
Gli amanti
Tuttavia, sia pure raramente, quando tornava nelle sue terre, la donna continuava ad incontrare Adalberto sotto il faggio, fuggendo nella notte dal castello e tornando all’alba.
Una spia avvertì il marito e Orsino volle vendicarsi. Una notte lasciò che gli amanti si incontrassero nella foresta, sotto la loro pianta. Appostato intorno con i suoi sgherri, a un segno convenuto, improvvisamente da ogni parte gli armigeri appiccarono il fuoco alla boscaglia. Le fiamme rapidamente dilagarono, bruciando alberi e arbusti e riducendo ben presto a un rogo un gran tratto di bosco.
Quando Orsino vide le fiamme divampare, se ne andò a finire la notte con i suoi in una bettola, quindi si ritirò in una sua casa di caccia, aspettando che al mattino si spargesse la voce della morte degli amanti. Ma nessuno venne dalla montagna ad annunciare il fatto e neppure in giro si parlava dell’incendio.
Il Faggio della Contessa
Orsino tornò a casa e vi trovò la moglie che, come sempre, ricamava con le ancelle. Non sapendosi spiegare come fossero andate le cose, qualche giorno dopo tornò sul monte e vide con stupore che, in mezzo a una conca di cenere, pietre annerite e carboni, dove il vento faceva volare ancora scintille, si alzava il verde Faggio della Contessa, non toccato dal fuoco.
Tornato al palazzo non si dette pace del suo scorno e in breve tempo morì. Gherarda fece lasciare in mezzo al bosco un gran prato intorno al suo faggio. Si dice che ancora, in certe notti, si possono incontrare nel Prato della Contessa, sotto il grande faggio, le ombre di Gherarda e Adalberto che vagano felici nell’oscurità.
Il Prato e il Faggio della Contessa esistono realmente e sono meta di di gite estive sul Monte Amiata a circa 1450 m d’altezza.