Una straordinaria decorazione con le foglie di Acanto nei portali della facciata del Duomo di Siena.
Alla costruzione della facciata del Duomo di Siena lavorarono vari artisti. Uno di questi fu Giovanni Pisano che, tra il 1284 e il 1297, realizzò i tre portali centrali e i due torrioni laterali. Gli sguanci sia del portale centrale che di quelli laterali sono decorati da sottili colonne scanalate o ritorte con capitelli scolpiti a foglie di acanto e da colonne interamente scolpite con lo stesso fogliame.
Ma che pianta è l’acanto?
In Italia sono presenti due specie di Acanto: l’Acanto (Acanthus mollis) detto anche “Branca ursina” per la pretesa rassomiglianza delle foglie a una zampa d’orso che è il più comune e l’Acanto spinoso (Acanthus spinosus), poco diffuso e presente solamente in alcune regioni del centro-sud.
Appartenenti alla famiglia delle Acanthaceae, sono specie erbacee perenni di notevoli dimensioni che possono raggiungere anche 120 centimetri di altezza. La prima è’ spontanea in terreni umidi e ombrosi in tutte le regioni fino a 700 metri s.l.m., la seconda cresce in alcune regioni del centro-sud Italia fino a 500 metri s.l.m. in ambienti più difficili, essendo più resistente sia al freddo che al caldo.
Soprattutto la prima è usata nei giardini per la bellezza delle sue foglie e la spettacolarità della sua fioritura che avviene da febbraio a giugno.
I poteri curativi dell’acanto
Fin dall’antichità la Brancorsina era usata come pianta ornamentale e curativa contro le infiammazioni della pelle, le punture d’insetti e gli eritemi. Dioscoride e Plinio la consideravano diuretica, e utile contro le infiammazioni intestinali.
Era inoltre ritenuta una pianta capace di combattere gli spiriti del male e a questo scopo venivano appesi mazzetti di foglie di Acanto davanti alle entrate di sepolcri e templi. Con il passare del tempo tali poteri furono attribuiti anche alla sua riproduzione in legno, pietra o marmo e fu così che questa pianta divenne l’elemento base decorativo di capitelli e fregi in strutture sacre e non solo.
L’acanto nell’architettura
In architettura si distinguono tre modi diversi di rappresentare le foglie di acanto: lo stile greco, lo stile romano e lo stile gotico.
L’acanto nello stile greco propone foglie molto simili a quelle naturali.
A partire dal sec. V a. C. usato come elemento decorativo nel capitello corinzio che presenta grandi foglie oblunghe e profondamente incise. Probabilmente l’acanto dello stile corinzio era l’Acanthus spinosus, assai diffuso nell’Europa orientale.
Nello stile romano le foglie hanno forme più tondeggianti e in alcuni casi assomigliano alle foglie di quercia.
Nel periodo gotico l’imitazione della flora è trattata con vera maestria per cui si hanno foglie di acanto estremamente realistiche, come quelle del Duomo di Siena dove se ne possono osservare mirabili esempi.