Oggi 6 aprile 2020, ricorrono i 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio (nato ad Urbino nel 1483 e morto a Roma il 6 aprile 1520).
Fu uno dei più grandi pittori del Rinascimento Italiano e dette vita a una scuola che fece arte “alla maniera” di Raffaello, detta poi Manierismo.
Roma gli dedica una mostra alle scuderie del Quirinale, temporaneamente chiusa, come tutti i musei italiani, per l’emergenza corona virus.
Circa nel 1503, il giovane Raffaello Sanzio, fu invitato a Siena dal Pinturicchio, con il quale aveva stretto una bella amicizia. Il pittore più anziano, invito Raffaello a collaborare alla stesura degli affreschi della Libreria Piccolomini.
La libreria Piccolomini
Per onorare la memoria dello zio materno Enea Silvio Piccolomini (Papa Pio II) e conservarne la ricca collezione di libri che il pontefice umanista raccolse a Roma, il cardinale Francesco Todeschini Piccolomini, arcivescovo di Siena e futuro papa Pio III, fece costruire una biblioteca nei locali della vecchia canonica lungo il fianco nord occidentale del Duomo. Si ispirò alla tradizione francese che prevedeva biblioteche annesse alle cattedrali, ma soprattutto all’apertura della Biblioteca Vaticana di Sisto IV, uno spazio di studio, ma anche l’espressione artistica del Rinascimento.
La partenza di Enea Silvio Piccolomini per Basilea
Gli affreschi che decorano la Biblioteca furono realizzati da Pinturicchio e dalla sua bottega tra il 1503 e il 1508 e celebrano la vita e il pontificato di Pio II.
Pinturicchio chiese a Raffaello di preparare dei cartoni che provvedessero a rinnovare il suo stile un po’ datato, con idee fresche e giovanili. Non è chiaro quante composizioni vennero effettivamente disegnate dal giovane pittore, ma è quasi sicuramente del Sanzio il cartone per la Partenza di Enea Silvio Piccolomini per Basilea.
Il lavoro per la Libreria Piccolomini, non durò molto, perché durante la sua permanenza a Siena, ci racconta il Vasari, venne a conoscenza, tramite i pittori locali delle opere straordinarie che Leonardo e Michelangelo, stavano facendo a Firenze.
In quel periodo infatti, Leonardo era alle prese con la battaglia di Anghiari, dopo aver eseguito il cartone di Sant’Anna per la Basilica della Santissima Annunziata.
Michelangelo invece stava lavorando al cartone per la Battaglia di Cascina.
La canonizzazione di Santa Caterina
Raffaello, non si fece scappare la possibilità dell’incontro con i due grandi del Rinascimento e si trasferì a Firenze, restando però a Siena, per sempre.
Infatti la tradizione vuole che il giovane dipinto sulla sinistra della scena che raffigura Pio II Piccolomini nell’atto di canonizzare Santa Caterina da Siena il 29 giugno 1461 sia un ritratto di Raffaello. L’uomo alla sua destra sarebbe lo stesso Pinturicchio, visibilmente più avanti negli anni rispetto al Sanzio.