Buonconvento, significa “luogo felice, fortunato” ed effettivamente è un incantevole borgo medievale dove il tempo sembra essersi fermato. Immerso nelle Crete Senesi ed annoverato tra i borghi più belli d’Italia, si trova lungo la Cassia che da Siena porta in Val D’Orcia.
La cinta muraria
Anticamente si accedeva al borgo da 2 porte difese da grandi infissi in legno: la Porta Senese che sul lato nord guarda Siena appunto e la Porta Romana sul lato sud, verso Roma. Quest’ultima fu distrutta nel 1944 dai tedeschi in ritirata.
Entrati nel borgo, niente è cambiato rispetto al Medioevo, quando i pellegrini vi sostavano, per ritemprarsi dalle fatiche del viaggio verso Roma sulla via Francigena. Abitato già nel XII secolo, lo stato senese, ristrutturò completamente le mura, visibili ancora oggi. Alla metà del Cinquecento, i Medici conquistarono Siena, e anche Buonconvento, passò ai banchieri fiorentini. Oggi nel borgo vivono 3.000 persone, che appartengono ancora alla cultura contadina, resa forte dalla terra fertile bagnata dall’Ombrone e dall’Arbia.
I palazzi
Sul corso principale, troneggia il Palazzo Podestarile con la torre civica a pianta rettangolare del secolo XIV. Sulla facciata del palazzo si aprono 2 archi gotici e vi sono incastonati 25 stemmi. Interessanti anche il Palazzo Comunale e Palazzo Taja con il grande balcone a ringhiera in ferro sormontato da una meridiana solare.
L’edificio religioso più importante di Buonconvento è la chiesa dei SS. Pietro e Paolo, del 1103, come ci ricorda una lastra di marmo murata nella facciata. Ma non è una chiesa famosa dal punto di vista architettonico, piuttosto perché è stata teatro della morte dell’Imperatore Arrigo VII nel 1313.
Arrigo VII
Arrigo VII, fu Re di Germania e imperatore del Sacro Romano Impero dal 1312 fino alla sua morte. Si impegnò per pacificare le fazioni guelfe e ghibelline in lotta per il potere, meritandosi le lodi di Dante Alighieri che lo cita nella Divina Commedia più volte sempre in toni lusinghieri.
Secondo la tradizione fu ucciso da un frate di nome Bernardino da Montepulciano, con un’ostia avvelenata, ma non ci sono documenti a testimoniarlo. Le sue viscere sono conservate nella chiesa sotto l’altare di Sant’Antonio.
Il Museo di Arte Sacra
La chiesa conteneva numerose opere pittoriche oggi visibili al vicino Museo di Arte Sacra. Un piccolo museo che ospita capolavori di Duccio di Buoninsegna, Pietro Lorenzetti, Sano di Pietro, Matteo di Giovanni, Girolamo di Benvenuto e altri artisti senesi. Il Museo è ospitato in un palazzo, che la famiglia Ricci agli inizi del Novecento, fece ristrutturare in stile liberty, affidando il progetto all’architetto Gino Chierici. Il risultato è un edificio di gran pregio, dove elementi classici e modernisti sono fusi in perfetta armonia.