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Il Castello di Celsa

Da La Redazione

Il Castello di Celsa si trova lungo la via Francigena secondaria che da Colle Val D’Elsa porta a Siena, nel comune di Sovicille. Il suo nome potrebbe derivare da “excelsa sedes Virginis”, oppure dal nome della famiglia senese dei Celsi che ne fu a lungo proprietaria.

Le origini e Baldassarre Peruzzi

Fu costruito nel 1200 e all’inizio fu solo un cupo castello che dominava la vallata in direzione Siena. Poi nel XVI secolo, la famiglia Celsi, proprietaria all’epoca lo volle ristrutturare. Per questa operazione chiamò l’architetto Baldassarre Peruzzi, che progettò la bellissima cappella circolare e il terrazzamento ornato con nicchie parallelo al viale d’ accesso. Il risultato fu un edificio con una planimetria davvero originale, un cortile interno trapezoidale delimitato verso valle da una possente parete con tre ampie aperture ad arco verso i due successivi terrazzamenti degradanti verso il giardino all’italiana. L’intervento del Peruzzi ha completamente assorbito l’edificio medievale, restituendole forme nuove, tipicamente Rinascimentali.

L’intervento di Mariani

Nel 1554, il Castello di Celsa fu devastato dalle truppe imperiali di Carlo V e nel 1612, passò alla famiglia senese dei de Vecchi che ne restò proprietaria fino alla metà dell’Ottocento, quando venne portata in dote da Giulia de Vecchi per il suo matrimonio con il marchese Amerigo Antinori.

Alla fine dell’Ottocento Maria Antinori Aldobrandini, figlia di Giulia De Vecchi, e bisnonna dei proprietari attuali, sposa il principe romano Giuseppe Aldobrandini. In quegli anni, incarica l’architetto Mariani di trasformare il Castello di Celsa, che si incarica di sopraelevare la torre est e coronata da merli, così come tutto l’edificio. Il Mariani, apre bifore, fa raschiare l’intonaco per riportare alla luce le pietre e amplia il granaio che diventa anche cantina. L’edificio assunse così la forma attuale.

Il parco e il giardino all’italiana

Alla morte di Giulia e Giuseppe, il figlio Clemente Aldobrandini, eredita l’immobile e sua moglie, Luisa von Welczeck, appassionata di giardinaggio, ridarà al parco e al giardino all’ italiana l’ impronta originaria.

Al giardino all’italiana, si accede da un cancello delimitato da due piccole facciate settecentesche che rivelano un’abitazione e la limonaia. Sul lato opposto all’ingresso è invece posta la peschiera semicircolare. Il giardino è caratterizzato da siepi di bosso con forme geometriche che riproducono lo stemma della famiglia Aldobrandini composto da una stella e un rastrello.

Oggi il Castello è ancora una proprietà privata, ma è disponibile per eventi e il parco è visitabile.

Foto di Graziano Signorini

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