Le leggende sulla Battaglia di Montaperti, sono tantissime. D’altra parte fu uno scontro epico, per come fu condotta e vinta dai senesi in grave difetto numerico e questo dette vita a numerosi racconti popolari diffusi di bocca in bocca.
Riporteremo i principali, che esaltano aspetti diversi della battaglia.
Le leggenda degli abiti
In questa leggenda, si esaltava l’astuzia dei senesi che, escogitarono un trucco per far sembrare al nemico di essere numericamente superiori. Invece come sappiamo bene, le truppe ghibelline erano molto inferiori a quelle guelfe.
Giocarono d’astuzia facendo sfilare il proprio esercito tre volte davanti al nemico, cambiando ogni volta gli abiti dei soldati con i colori dei terzi di Siena, cercando di impressionare il nemico facendo sembrare le proprie truppe tre volte più numerose.
La leggenda di Usilla
Un’altra bella leggenda, ci ricorda la compassione di Usilia, una vivandiera senese che salvò dalla morte 36 fiorentini.
Pare che esista un tunnel sotterraneo in cima alla collina, proprio sotto la piramide eretta alla fine dell’Ottocento in ricordo della battaglia. Dall’ingresso sotto il cippo, il tunnel sbucava oltre ai torrenti Biena e Malena. Proprio attraverso questo passaggio segreto, Usilia avrebbe condotto i 36 ghibellini senza passare dal campo di battaglia, poi si sarebbe diretta verso Siena facendolo passare per i suoi servitori. Li avrebbe poi lasciati liberi prima di entrare in città.
La leggenda della Martinella
La Martinella è la campana che si trovava nei carrocci fiorentini. In questa leggenda si narra di una treccola, cioè una cenciaiola senese che dopo la battaglia, si recò sul campo per raccogliere abiti, armi e quant’altro si fosse potuto vendere per sfamare la famiglia. La donna, tra i vari oggetti abbandonati sul campo trovò la Martinella e la portò via con sé. Ma portò anche 20 soldati che pur di non essere uccisi si fecero passare per suoi servi. Al suo rientro a Siena, la cenciaiola, regalò la Martinella alla Compagnia di San Giovanni in Pantaneto e ancora oggi essa si trova esposta nel museo della Contrada del Leocorno.
La Costa de’ Berci
Di fronte al Colle di Montaperti, si trova un piccolo colle dal nome curioso: Costa dei Berci. Il suo nome è legato a due possibili interpretazioni che potrebbero essere entrambe valide.
Secondo la prima teoria il termine Berci, potrebbe essere una contrazione di Astimbergh. Il nome si riferisce al comandante della cavalleria imperiale, il cavaliere tedesco Gualtieri di Astimbergh che dal piccolo colle, fece partire la carica della cavalleria contro il fianco dell’esercito guelfo decidendo le sorti della battaglia.
La seconda teoria, è legata al massacro che seguì la carica della cavalleria. Si udirono in lontananza le urla strazianti di dolore e paura delle vittime, i “berci” rimasti nel nome del colle.
Tra la Biena e la Malena
Le leggende sulla Battaglia di Montaperti, non sono solo sul versante senese, ma anche su quello fiorentino.
Uberto Ghibellini fu il comandante delle truppe di Firenze. La notte prima dello scontro, guardando i nemici schierati di fronte, chiese ai suoi come si chiamassero i due piccoli torrenti presso cui si trovava l’accampamento. Gli risposero che i loro nomi erano Biena e Malena e il comandante si fece scuro in viso.
Qualche tempo prima un’indovina gli aveva predetto che sarebbe morto tra il bene e il male. Trovarsi adesso prima della battaglia tra due fiumi con nomi tanto simili, sembrò un cattivo presagio.
E in effetti ad un certo punto la battaglia volse al peggio. Uberto nella fuga disordinata corse con i suoi verso il torrente. Il conte Arasi, che stava nascosto nella vegetazione della Biena, uscì improvvisamente allo scoperto con i suoi quattrocento armati, attaccando i fiorentini. Il Ghibellini se lo trovò davanti e non ebbe scampo, fu trafitto dalla lancia del conte. La profezia si era così compiuta.