Questa è una storia che si narra dal 1500 quando i frati del Sodoma furono dipinti nel celeberrimo ciclo di affreschi denominato le “Storie di San Benedetto di Monte Oliveto Maggiore”.
Monteoliveto Maggiore è il monastero, culla degli Olivetani collocato in una splendida posizione, tra le Crete Senesi, nel comune di Asciano. Nel Chiostro Grande dell’Abbazia, c’è un magnifico ciclo di affreschi che illustra la vita del santo.
Il Sodoma sostituisce Luca Signorelli
Il ciclo fu commissionato dall’abate fra Domenico Airoldi a Luca Signorelli che ci lavorò con i ragazzi della sua bottega dal 1497 al 1498, completando otto lunette. Poi, chiamato a dipingere la prestigiosa Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto, abbandonò l’opera. Così l’abate incaricò Giovanni_Antonio_Bazzi detto il Sodoma che completerà il ciclo nel 1505 con le ventisei lunette mancanti.
La piccola vendetta del pittore
In alcune delle lunette, le figure mostrano alcune anomalie e la leggenda narra, che fossero piccole vendette del Sodoma nei confronti degli Olivetani. Quando il Sodoma sostituì Luca Signorelli, era ancora molto giovane e quindi se i frati, furono avari di compensi con il suo grande predecessore, con lui lo furono anche di più. Per questo dovette fare buon viso a cattivo gioco: quel lavoro era l’occasione per affermarsi.
Stava dipingendo il miracolo della sorgente nel monastero di San Giovanni Battista e per far capire che i frati erano spilorci e lo pagavano poco, dipinse un corteo di religiosi ai quali non si vedevano le mani. Il Sodoma infatti, non vedeva da tempo allungarsi una mano per dargli qualche moneta o offrirgli qualcosa di buono da mangiare. Nell’affresco, i frati, chi per una ragione, chi per l’altra, tengono le mani nascoste. Alcuni le hanno infilate nelle maniche, come a proteggersi dal freddo, chi le tiene sotto l’abito bianco, chi dietro ad un altro monaco.
I religiosi ammirando l’opera, capirono che se non volevano trovarsi con degli affreschi pieni di monchi, dovevano per forza essere più generosi con il pittore.
Leggenda o realtà?
Questa è la leggenda che si riferisce all’affresco XIV: Come Benedetto, pregato da monaci produce l’acqua dalla cima del monte. Probabilmente non sapremo mai come sono andate davvero le cose, ma effettivamente risulta un po’ strano che nel gruppo di monaci che si trovano in primo piano, di ben quattordici figure si vedano solo cinque mani. L’affresco è straordinario e il visitatore, se non avvertito, non si accorge di solito di questa anomalia. Qualche critico l’ha imputata alla fretta o alla pigrizia del pittore.