Castello a carattere militare
Il Castello di Strozzavolpe, fu costruito nella prima metà dell’XI secolo, da Benuccio da Salimbeni su una collina, nei pressi dell’odierna Poggibonsi (Siena) in posizione strategica tra la Cassia e la Via Francigena.
Il nome deriva probabilmente da Scoriavolpe, cognome dei vassalli che tenevano il castello per conto del feudatario Guido Guerra, signore di Marturi. Fu proprio il Conte Guerra, che fece realizzare la fortificazione del cassero e il corridoio sotterraneo che collegava il castello a Poggibonizio.
Nel 1240, il corpo centrale del castello venne circondato da mura merlate con 2 torri e assunse la forma irregolare che mantiene anche oggi. Tutto intorno un fossato pieno d’acqua e l’accesso tramite ponte levatoio.
Il castello diventa abitazione
Nel corso dei secoli, diversi proprietari, cambiarono la configurazione del complesso, mantenendone un carattere prettamente militare. Alla fine del XIV secolo, invece divenne proprietà della famiglia Adimari di Firenze e venne trasformato in abitazione, due piani collegati da una scala interna con al piano superiore l’abitazione delle donne, a quello inferiore, la sala d’armi, la sala da pranzo e vani d’uso comune.
Nel 1479, Poggibonsi cadde in mano al Duca di Calabria, in guerra con i fiorentini e il castello subì un assedio, ma non cadde. L’episodio è raffigurato l’anno successivo in un dipinto conservato nel Palazzo Comunale di Siena, dove si vede il castello sul quale sventola la bandiera bianca con la croce rossa, simbolo degli artigiani fiorentini.
Nel 1590, la proprietà del castello passò ai Rinuccini, che fecero costruire una cappella gentilizia sotto la torre est. La torre fu abbattuta poi nel 1772, dai successivi proprietari, perché pericolante
L’aspetto odierno
Ogni famiglia succedutasi nel castello apportò le proprie modifiche, ma gli interventi più pesanti, furono eseguiti nel XIX secolo, quando sotto la proprietà di Alessandro Bizzarri, a seguito di una forte nevicata, crollò il tetto. Così Bizzarri, incaricò l’ingegnere Jacopo Rigacci di dirigere i lavori di restauro integrale, in stile romantico tedesco. Così i merli vennero integrati nel rialzamento del corpo centrale e delle mura esterne, così fu necessario innalzare anche la torre d’ingresso, per evitare sproporzioni. Inoltre fu costruito un balcone con loggia e prosciugato il fossato.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, divenne sede di un comando militare, con conseguente dispersione di gran parte delle armature, conservate nella sala d’armi.
Attualmente il castello è di proprietà della famiglia Banchi-Arcangeli e mantiene buona parte delle mura originali. Ospita una collezione di armi antiche, visitabile su richiesta. Si arriva percorrendo un viale di cipressi e una rampa a gradoni. Un ponte di legno, conduce al portale d’ingresso, sormontato dallo stemma in pietra dei Ricciardi. All’interno in posizione centrale, si trova il palazzo, nella posizione dell’antico cassero, ci sono poi vari edifici di servizio con sotterranei disposti lungo le mura e la cappella gentilizia costruita nel XVI secolo.
Come in ogni castello che si rispetti, anche quello di Strozzavolpe è ammantato di leggende.
La leggenda di Cassandra de’ Franceschi
Si narra che nella “camera rossa” del palazzo, fu trovata Cassandra de’ Franceschi, moglie di Giannozzo da Capparello, in compagnia di un paggio del marito, divenuto il suo amante. Giannozzo li scoprì e li murò vivi nelle mura della stanza. Così si narra che ancora oggi, l’anima degli amanti, senza sepoltura degna, si aggiri all’interno del castello.
Ma quella più importante è senza dubbio quella della volpe d’oro.