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Vinsanto del Chianti DOC

Da La Redazione
Vinsanto del Chianti DOC

Il Vinsanto del Chianti DOC o Vin Santo è un vino passito, che tradizionalmente veniva prodotto con i migliori grappoli di uva Trebbiano e Malvasia. I grappoli venivano fatti appassire su stuoie oppure appesi.

Dopo l’appassimento, le uve venivano pigiate ed il mosto (con le vinacce o senza, a seconda del metodo), veniva trasferito in caratelli di legno. I caratelli sono fondamentali per il Vinsanto: sono realizzati di legni vari e di dimensioni variabili, di solito tra i 15 e i 50 litri, appena svotati dalla produzione precedente.

Il Vinsanto era il vino simbolo dell’ospitalità toscana, usato tradizionalmente per accogliere gli ospiti. Talmente comune che ogni famiglia aveva la propria ricetta che custodiva gelosamente e tramandava.

La sua storia

Il Vinsanto è conosciuto fin dal Medioevo. Così tanto che una leggenda senese racconta di un frate che nel 1348 dava agli ammalati il vino usato dai confratelli per celebrare la Messa. Secondo la leggenda quel vino faceva guarire gli ammalati che lo bevevano. Da qui nacque la convinzione che fosse un vino miracoloso e si guadagnò l’appellativo di “Santo”. Comunque non è da escludere che il nome “santo” derivi semplicemente dal fatto che è sempre stato usato per la Messa.

Vinsanto del Chianti DOC

La DOC

Nel 1997 è stata istituita la DOC come riconoscimento ad un vino da sempre produzione dell’area chiantigiana. Il Consorzio Vino Chianti, tutela la DOC con un disciplinare che stabilisce per il Vinsanto del Chianti DOC, l’uso di uve dei vitigni: Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca Lunga, da soli o congiuntamente, minimo70%.

L’immissione del prodotto sul mercato non può avvenire prima del 1° novembre del terzo anno successivo a quello di raccolta delle uve.

La produzione del Vinsanto del Chianti DOC è consentita nelle province di Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena.

Abbinamenti

Il Vinsanto, come molti passiti è un vino da dessert che si abbina a tutti i dolci tradizionali senesi, ma l’abbinamento tradizionale è con i cantuccini toscani.

Negli ultimi anni molti chef lo utilizzano per farne creme o estratti anche da utilizzare nei piatti salati, primo tra tutti il crostino nero toscano.

Consigliamo l’assaggio dei Brutti buoni con la crema al Vinsanto e della Terrina di fegatini con riduzione al Vinsanto.

Vinsanto del Chianti DOC

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