Lo scorso novembre mi invitano al blog tour organizzato da CNA Siena. Scavo a racimolare un paio di giorni di tempo libero tutti attaccati e vado. Ed è oserei direi commovente scoprire aspetti della città che non conoscevo, nonostante l’avessi già visitata un paio di volte. Aspetti come l’intimo silenzio delle stradine di pietra sotto la pioggia novembrina, il calore delle persone che ti accolgono sempre con un sorriso, la folgorante bellezza di nobili affreschi trecenteschi e quella minuta della chiodatura geometrica di un vecchio portone, la squisitezza dei dolci senesi natalizi e non, e per me sopra tutto la poesia e la storia, la profonda, diffusa, esaltante STORIA che traspira da infiniti scorci, sapori e delizie poco conosciuti fuori dal territorio senese.
CNA voleva mettere in luce con questo blog tour i dolci della tradizione natalizia senese; personalmente non ho uno sweet tooth particolarmente sviluppato e di alcuni dolci senesi avevo sempre assaggiato solo la versione commerciale, restando abbastanza indifferente nei loro confronti. Il mio approccio è dunque particolarmente assetato di approfondimenti ed autenticità: scoprire l’armonia e l’equilibratissima perfezione dei dolci artigianali con secoli di storia alle spalle mi ha aperto un vero mondo e ne sono deliziata.Oggi però ignoro i fantastici prodotti dolciari senesi ed invece racconto di quanto sia rimasta colpita dall’impegno che CNA mette nel promuovere l’artigianato locale e quanto siano evidenti sul territorio i risultati di questo lavoro.
Ne è testimonianza l’entusiasmo con cui tre giovani senesi, Giulia Alice e Giulia II, raccontano Polaroad, la start-up che offre una visione alternativa della città al turista curioso attraverso infiniti utilizzi creativi delle foto istantanee, che per quanto a volte imperfette hanno il fascino dell’unico e inimitabile… Percorsi di scoperta “fai-da-te” in compagnia di Senesi doc, noleggio di macchine fotografiche istantanee con cui illustrare dei libri-album su Siena in modo personale, tour giocosi che coinvolgono i più piccini, scatti in cabina fotografica con accessori a tema… insomma: un mondo di idee da cui vale veramente la pena di partire alla scoperta di questa piccola ma sorprendente città per incontrarla con occhio e cuore da viaggiatore e non più da turista. La sede è in via dei Fusari, 30, a due passi dal Duomo.
Al n. 21 della stessa via dei Fusari, quasi sull’angolo con la piazza del Duomo, è la bottega artigiana Bianco e Nero, in cui la famiglia Staccioli dipinge rigorosamente a mano maioliche artistiche tipiche del gusto senese. Si tratta di una tradizione artigiana che per la verità risale addirittura al 1450, quando i capostipiti della famiglia forgiavano armature e scudi, per poi dare origine nel costo dei secoli anche a discendenti valenti nei campi della scultura, della pittura e persino della cinematografia.
Il ramo di famiglia del signor Walter si è dato invece alla maiolica ed è una vera emozione vedere all’opera le mani delicate e precise dell’anziano maestro e delle figlie mentre decorano i loro oggetti con tinte che poi in cottura cambieranno completamente colore. Per me a maggior ragione, dato che ho trascorso l’ultimo paio d’anni immersa nella storia dell’antica e prestigiosa arte ceramica del Centro Italia.
Avrei voluto abbracciare il signor Walter e portarmi a casa tutta la sua bottega di tesori… ma mi sono accontentata di una campanella rossa e verde, ricevuta da loro in dono e che dapprima ho amato per l’aspetto vagamente natalizio, poi ho scoperto essere decorata con i colori dell’oca. Perché tutto a Siena vive di contrade, al di là del Palio e di quanto sia sotto gli occhi di tutto il mondo tra il luglio e l’agosto di ogni anno: essere contradaioli è un aspetto fondamentale della vivacità della vita senese ma parla anche di aggregazione, di mutuo soccorso e di con-fraternità, aspetti che vanno ben oltre quelli folkloristici più noti.